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Quali sono le caratteristiche per una pagina SEO friendly

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Pubblicato 3 anni fa

Come scrivere un articolo o pagina SEO Friendly

Scrivere una pagina o un articolo per essere facilmente indicizzata dal motore di ricerca Google ha poco a che fare con grosse modifiche tecniche o strani stratagemmi.

Come riportato dalla guida ufficiale Google per la SEO che cito testualmente

L’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) prevede spesso modifiche di minore entità a parti del tuo sito web. Se viste singolarmente, queste modifiche potrebbero apparire soltanto come miglioramenti di scarsa importanza, ma quando vengono combinate con altre ottimizzazioni possono avere un impatto notevole sull’esperienza utente e sulle prestazioni del sito nei risultati della ricerca organica.

Ecco che l’ottimizzazione SEO è la cura dei dettagli per migliorare l’esperienza utente.

Migliorare l’esperienza Utente per migliorare la SEO

Quali sono gli elementi per migliorare l’esperienza utente e ottenere risultati in ottica SEO?

  • Keywords e Intento di ricerca
  • Contenuto come risorsa
  • I link all’interno di una pagina
    • Link verso altre pagine del sito
    • Link verso altri siti
    • Backlink per ricevere la reputazione di altri siti
  • Media e Multimedia
    • Immagini
    • Video
  • I Core Web Vitals

Prima di iniziare ad analizzare i vari punti è necessaria fare una premessa su come si stanno evolvendo i motori di ricerca e in particolare Google, che ne ha praticamente il monopolio.

Fare SEO vuol dire ottimizzare i contenuti e i contenitori affinché gli utenti possano trovare il nostro contenuto pertinente quando ne hanno bisogno.

Questo vuol dire che non necessariamente useranno il classico Google per arrivare ai nostri contenuti, ma gli utenti potranno cercare un risultato direttamente da YouTube, solo per fare un esempio.

Oggi bisogna immaginare Google come un ecosistema liquido con diversi touch point che continuano a evolversi. Infatti noi possiamo ottenere risultati da una ricerca, non necessariamente volontaria, da solo per citarne alcuni:

  • Google
  • YouTube
  • GoogleMaps
  • Google Discover
  • Google Shopping
  • Google Immagini

A questi si devono aggiungere gli ecosistemi di Android e Google Home. Ecco che oggi la SEO richiede grandi investimenti per ottimizzare i tanti fattori che la influenzano, i diversi media da creare, i diversi contenitori da gestire, investimenti che solo con strategie di Web Marketing Operativo possono portare risultati che abbiano un ritorno positivo rispetto all’investimento.

Consulta la pagina di Brand diretto per scoprire come ottenere un Piano di Web Marketing Operativo.

Keywords e Intento di ricerca

Agli albori di Internet e dei motori di ricerca, le keywords erano il modo di catalogare i pochi contenuti. Le keywords erano infatti inserite nei metatag che servivano, appunto, ad etichettare il contenuto di quella pagina e a ritrovarlo facilmente.

Oggi, i contenuti sono cresciuti esponenzialmente, il modo di usare internet, di ricercare e anche la tecnologia stessa di catalogazione dei contenuti, si è evoluta. Per questo non è più corretto parlare di keywords e di analisi keywords per la SEO, ma di intento di ricerca.

Come spiegato dall’autorevole blog di SEMRush:

L’intento di ricerca è l’obiettivo finale di una data ricerca sul web. Parte direttamente dall’utente, il quale, mentre digita la query dichiara, più o meno esplicitamente, cosa sta cercando.

L’intento di ricerca parte dall’utente e, questo, non necessariamente coincide con il mondo in cui noi cercheremmo la nostra pagina o articolo. Ma facciamo un esempio per chiarire questo concetto.

Da varie ricerche emerge che mediamente un utente effettua dalle 3 alle 5 ricerche su Google per raggiungere il suo vero intento di ricerca. Raffina sempre di più le query che inserisce nella barra.

Così, se un utente deve cercare un nuovo parrucchiere, inizierà digitando “parrucchiere uomo”. Successivamente raffinerà la ricerca in “parrucchiere uomo torino” e magari potrebbe aggiungere in una terza ricerca “parrucchiere uomo torino economico” o “parrucchiere uomo torino recensioni”.

Esempio di ricerca “parrucchiere uomo Torino”

In base all’intento di ricerca dell’utente, il motore di ricerca cercherà di restituirgli la risposta e di conseguenza il contenuto più pertinente al suo bisogno, per questo si dovranno creare contenuti che siano risorse complete per gli utenti. Ma lo vedremo meglio nel prossimo punto.

In questa fase, ci occorre capire che gli utenti cercano cose specifiche e dobbiamo intercettare il modo in cui le persone parlano, chiamano, cercano i nostri prodotti servizi.

Se sei una pasticceria e vendi torte, molto probabilmente gli utenti che cercano i tuoi prodotti possono fare questo tipo di ricerche:

  • Ricerche per intento geografico: Pasticceria a Torino in via Roma
  • Ricerche per tipologie di prodotto: Torte di compleanno a Torino, Pasticcerie Vegane
  • Ricerca per servizi: Torte di compleanno a domicilio
  • Ricerche per informazioni: Pasticcerie aperte di lunedì
  • Ricerche reputazionali: Pasticcerie migliori a Torino, Recensioni pasticcerie Torino

Oggi quindi è importante fare un’analisi su come gli utenti cercano i nostri prodotti/servizi e di conseguenza i contenuti che rispondo al meglio alle ricerche degli utenti.

Per fare questa analisi occorrono alcuni strumenti, imparzialità e intelligenza umana.

Quando in Brand Diretto facciamo queste analisi utilizziamo diversi strumenti, alcuni di questi sono gratuiti e fruibili liberamente da chiunque e sono:

  • Answer The Public
  • Google e i suoi suggerimenti
  • Google e le ricerche correlate
  • Strumento delle parole chiave di Google Ads
  • SEO Zoom
  • SEM Rush

Un altro modo per identificare come gli utenti parlano del nostro servizio è quello di leggere forum, commenti, riviste di settore, email dei nostri clienti, per individuare modi di dire, pattern e richieste formulate in un determinato modo da utilizzare all’interno dei nostri contenuti.

Attenzione alla “cannibalizzazione delle parole chiave” ovvero quando Google non riesce a percepire e a identificare le pagine più importanti del tuo sito.

Per risolvere occorre quindi creare contenuti che utilizzino le cosiddette keywords a coda lunga, ovvero insiemi di parole chiave più lunghe e più specifiche che fanno riferimento in modo più pertinente ai contenuti della pagina. 

Non usate nei vostri contenuti sempre le stesse keyword principali.

Contenuto come risorsa

Come abbiamo detto, il motore di ricerca cercherà di restituire all’utente la risposta più pertinente al suo intento di ricerca.

Abbiamo anche visto che non sempre è facile interpretare l’intento di ricerca e magari una prima risposta potrebbe far sorgere altre domande al nostro utente. Facciamo un esempio.

Programmando un viaggio in Sicilia la prima ricerca che potremmo fare è “I migliori borghi della Sicilia da visitare”, una volta trovata la nostra risposta potremmo iniziare a cercare voli, hotel, meteo, guide e tanto altro.

Ecco, il nostro contenuto sarà valutato positivamente tanto più sarà risorsa e risponderà a più domande o intenti di ricerca, anche in modo predittivo, dell’utente.

Intento di ricerca predittivo attraverso diversi contenuti e media

Per questo motivo all’interno del nostro contenuto si dovrebbero organizzare tutti i contenuti pertinenti. Questo non vuol dire creare necessariamente enciclopedie per ogni argomento perché all’utente potrebbe essere utile anche questa informazione; occorre sicuramente organizzare un indice e dei link di approfondimento a risorse interne ed esterne per aiutare il nostro utente a soddisfare appieno il suo intento di ricerca.

All’interno del concetto di contenuto come risorsa, rientra il concetto di tipologia di contenuto.

Il contenuto è liquido, ovvero può assumere diverse forme in base al contenitore.

La stessa informazione può essere scritta, ascoltata, guardata. Sicuramente ci sono informazioni che si prestano a un contenitore piuttosto che a un altro.

  • Un video è l’ideale per vedere come mettere un ombretto o fare il setting di un programma.
  • Un’infografica è preferibile per la rappresentazione di dati e procedure.
  • Un testo per la disanima di un bando o di un argomento tecnico
  • Un audio per la pronuncia di una frase in una lingua straniera.

Quindi oltre a valutare le informazioni da inserire, il contenuto, sarà importante valutare la forma e i media da utilizzare, preferibilmente più di uno.

Per produrre un contenuto che sia risorsa, occorre immedesimarsi nel visitatore e creare qualcosa che abbia veramente valore e non semplicemente pensare a contenuti acchiappa click.

Gli utenti sanno riconoscere i contenuti validi e saranno disposti a consigliarli anche ad altre persone.

Il passaparola e la condivisione organica sono ciò che ti aiuta a creare la reputazione del tuo sito sia tra gli utenti sia su Google o motori di ricerca e raramente si verificano senza contenuti di qualità.

Crea contenuti per le persone, non per i motori di ricerca.

I link all’interno di una pagina

I link sono una parte fondamentale del nostro contenuto. Negli algoritmi che definiscono il posizionamento all’interno dei risultati dei motori di ricerca sono tra i fattori che più influenzano il renk.

Abbiamo tre tipologie di link:

  • Link interni: portano a un altro punto della pagina stessa o a un’altra pagina del nostro sito.
  • Link esterni: portano a risorse fuori dal nostro dominio
  • Backlink: altri siti che portano al nostro contenuto/risorsa
Illustrazione di link interni, link esterni e backlink

Link interni verso risorse del nostro sito

I link interni sono utili per organizzare bene le informazioni del nostro sito e permettere di far valutare all’utente se approfondire o meno un determinato aspetto del contenuto.

Il testo che linka all’indirizzo URL – chiamato anchor text – deve essere il più comprensibile e descrittivo. Questo sia per aiutare l’utente a capire cosa aspettarsi cliccando sopra, sia per far capire a Google e ai motori di ricerca i collegamenti logici e semantici dei vari contenuti nel sito.

Gli utenti e i motori di ricerca devono comprendere facilmente cosa contengono le pagine collegate.

Ad esempio scrivere un “anchor text” generico come “pagina”, “articolo” o “fai clic qui” è una pratica sconsigliata.

Non bisogna però cadere nell’errore d’inserire troppe parole chiave all’interno del nostro testo. Questo deve essere chiaro, conciso e descrittivo.

Infine il link deve essere chiaro che sia un link. Utilizzare la prassi, testo sottolineato, è consigliato per far capire all’utente che quello è un link.

Link esterni verso altri siti e domini

Per i link esterni valgono in buona parte le stesse regole dei link interni in merito al testo e al loro modo di essere segnalati.

Devi sapere una cosa importante quando linki un altro sito. Quando colleghi il tuo sito a un altro, conferisci parte della reputazione del tuo sito all’altro sito. Per questo spesso un sito viene attaccato con dei commenti SPAM che riportano dei link.

Ma ci possono essere dei casi in cui citi un sito, ma come esempio negativo, e per questo non vorresti dare parte della tua reputazione.

Per risolvere questo problema basta questo tag all’interno del tuo sito rel="nofollow", ad esempio:

<a href="http://www.example.com" rel="nofollow">Anchor text here</a>

Per tutti gli altri link per i quali volete fornire parte della vostra reputazione perché ritenuto coerente con il vostro contenuto, in quanto autorevole o di effettivo aiuto e supporto agli utenti che fruiscono delle informazioni, sappiate che questo sarà ben visto dal motore di ricerca. Pertanto, non temete di “regalare” o portare fuori traffico verso altri domini.

Per limitare la perdita degli utenti, potreste comunque aggiungere al vostro link il parametro target=_blank() che vi permette di far aprire il link in un’altra scheda del browser senza “chiudere” o sovrascrivere quella da cui gli utenti hanno cliccato il link.

Backlink per ricevere la reputazione di altri siti

I backlink sono i link in entrata, quelli che la nostra risorsa o, in generale, il nostro sito riceve da altri siti.

Questi link che riceviamo sono molto importanti, come accennato poco sopra, in questo caso siamo noi che riceviamo la reputazione del sito che ci viene linkato in positivo e in negativo.

Ricevere un backlink da un sito governativo quelli .gov aumenterà notevolmente la nostra reputazione, mentre essere inseriti in un portale etichettato come generatore di link spam, la farà diminuire.

A oggi, in alcuni settori e mercati è la strategia SEO che porta maggiori risultati in breve tempo, per questo si sente spesso parlare di agenzie specializzate in “link building”.

Per ottenere link che reindirizzano al nostro sito ci sono diverse strategie.

  • Inserire il nostro sito in alcuni portali
  • Fare dei Guest Post in blog, giornali, riviste di settore
  • Far inserire Credits in siti di partner e clienti
  • Ottenere articoli online da giornali

Quando possibile è sempre importante cercare di avere il controllo su quale url viene inserito nel link e quale frase viene utilizzata come “anchor text”.

Media e Multimedia

Come scritto all’inizio, un contenuto può assumere diverse forme: immagini, fotografia, video, audio, infografiche interattive e combinazioni di questi.

Inserire questi elementi all’interno della nostra risorsa migliorerà l’esperienza utente, offrendo quindi risposte nel miglior modo possibile.

Non abbiate paura di sembrare ridondanti. Ad esempio, se ho realizzato un video in cui spiego come migliorare la propria esposizione in pubblico potrei decidere di embeddare e quindi inserire nel contenuto il mio video creato su YouTube, l’estratto audio caricato sulle piattaforme di podcasting e anche una trascrizione di quello che ho detto come testo.

Questa tecnica ci permetterà di offrire l’esperienza completa grazie al Video di YouTube, fornire un servizio solo audio anche per i dispositivi con scarsa banda, e la possibilità di leggere comunque il contenuto per quelle persone che in quel momento o per disabilità non posso ascoltarlo.

Lato SEO tutto questo ci permetterà, inoltre, di migliorare il posizionamento dei Video di YouTube (anche li c’è una “SEO dei video” e dei fattori che la influenzano) e far conoscere ai motori di ricerca di cosa parlo grazie alla trascrizione testuale.

Immagini

Le immagini certe volte valgono più di mille parole, ma purtroppo i robot non le riescono a leggere.

Anche se oggi il riconoscimento dell’immagine tramite Intelligenza Artificiale ha fatto passi da gigante, questo può al più interpretare l’immagine da un punto di vista prettamente descrittivo.

Il significato, il vero significato, dobbiamo fornirlo noi.

Computer con mani o
persone che analizzano i risultati della SEO?

Queste informazioni possono essere passate ai motori di ricerca tramite l’attributo alt, ma non solo, anche il titolo del file può essere letto per capirne il contenuto.

Per questo consigliamo di utilizzare nomi file e il testo alternativo brevi ma descrittivi.

Altro elemento che riguarda le immagini è il loro formato e la relativa “pesantezza” quanti kb occupano, o occorrono, per essere scaricati e visualizzati sui dispositivi degli utenti.

Oggi i browser supportano la maggior parte dei formati:  JPEG, GIF, PNG, BMP; quello consigliato per rapporto qualità/pesantezza è WebP.

Un’altra best practice che riguarda le immagini non della singola pagina ma in generale di tutto il sito, è fornire a googlebot una sitemap delle immagini. Per un approfondimento, vi reindirizzo alla guida ufficiale di google per creare una sitemap di immagini.

Video

Come si sarà intuito, quello che oggi deve essere la stella polare di una buona ottimizzazione SEO è l’esperienza utente. Anche nella parte video occorre quindi creare una buona esperienza in termini di fruibilità e caricamento del contenuto.

Se il video che vuoi mostrare sarà hostato (salvato) sul tuo server o hosting quello che consiglio è sfruttare un buon sistema di CDN, ottimizzazione dei caricamenti di script, algoritmi di compressione, usabilità del player, etc…

Se invece ti è venuto il mal di testa solo a leggere queste cose, la soluzione migliore è affidarsi a servizi come Vimeo o YouTube per caricare e successivamente embeddare un contenuto sul nostro sito.

Ottimizzazione video per una migliorare esperienza utente
Ottimizzazione video per una migliorare esperienza utente

Ora è necessario fare un’importante puntualizzazione su YouTube e l’ecosistema Google.

I video su YouTube migliorano anche la SEO del sito web?

Fare SEO vuol dire ottimizzare i contenuti e i contenitori affinché gli utenti possano trovare il nostro contenuto pertinente quando ne hanno bisogno.

Come detto nella premessa di questa pagina, il nostro obiettivo è far trovare i nostri contenuti e se questi contenuti sono video, la scelta migliore è sicuramente YouTube.

YouTube è il secondo motore di ricerca al mondo, già solo per questo quando possibile si dovrebbe investire in un piano e una strategia che comprenda questo media.

Fa parte nativamente dell’ecosistema di Google, questo vuol dire che anche quando si fa una ricerca tramite il “classico” motore di ricerca, tra i risultati saranno privilegiati quelli video di YouTube con schede e risultati più ricchi d’informazioni.

Come ottimizzare un Video di YouTube per migliorare la SEO

Anche per i video di YouTube ci sono alcune ottimizzazioni che possiamo fare per far trovare facilmente i nostri contenuti.

Prima di tutto avere un canale YouTube curato e con descrizione, link dei nostri social e siti, una copertina e una buona organizzazione dei video e delle playlist.

Sul singolo video si inizia da un titolo breve e descrittivo, se possibile mettiamo la nostra keywords principale il più a sinistra possibile. Se abbiamo un video per mostrare i nostri prodotti in plastica riciclata un titolo potrebbe essere: “Bottiglie 100% plastica riciclata per i tuoi prodotti eco friendly”.

La descrizione deve essere completa, descrittiva e dovrebbe contenere anche i “capitoli” degli argomenti trattati durante il video. Utilizzare i Capitoli o Chapter di YouTube permette di mostrare questi capitoli anche nei risultati del motore di ricerca google.

Vi invito a leggere l’articolo dedicato su “Come creare i capitoli sui video di YouTube“.

Inserite tag pertinenti e utilizzate le schede per chiedere iscrizioni al canale e invogliare a vedere altri video collegati a questo. Uno dei fattori che determinano il ranking e l’autorevolezza del vostro video e canale è la quantità di minuti che le persone passano sui vostri video, non necessariamente il numero di visualizzazione o mi piace che potrebbe trarvi in inganno.

Infine, embeddate o inserite i vostri video sulle vostre pagine web. Questo migliorerà l’esperienza utente su quella pagina perché troverà anche un contenuto video tendenzialmente più esplicativo, le metriche sopracitate aumenteranno anche grazie al traffico che riceve la pagina web e il contenuto sarà indicizzato anche nell’area semantica delle keywords della pagina e non solo del video.

Core Web Vitals

Ultimi elementi da ottimizzare che saranno gli indicatori che più influenzeranno il ranking dei nostri contenuti sono i Core Web Vitals di Google.

Sono i segnali essenziali di una pagina web per una buona esperienza utente. Tre metriche che permettono di valutare velocità, reattività e stabilità di una pagina web.

  • LCP – Largest Contentful Paint.
  • FID – First Input Delay.
  • CLS – Cumulative Layout Shift.
Core Web Vitals di Google
Core Web Vitals di Google

LCP – Largest Contentful Paint

Questa metrica indica il tempo di caricamento dell’elemento più pesante nella parte visibile di una pagina web senza scrollare.

Ultimamente nei siti moderni si tende a utilizzare una grande immagine di sfondo dette hero header, queste immagini di sfondo spesso sono grandi e poco ottimizzate rispetto la fruizione su diversi media, anche con alte risoluzioni come schermi 4k.

Scegliere un layout o una soluzione diversa per la parte alta del sito potrebbe migliorare notevolmente l’esperienza della vostra pagina, successivamente ottimizzare come già detto eventuali immagini presenti.

FID – First Input Delay.

First Input Delay ci indica il ritardo di esecuzione dell’azione richiesta da un utente che interagisce con un elemento, ad esempio il click di un bottone o di un link.

In questi casi i fattori che possono influenzare questa metrica sono la lentezza del server e della sua risposta o chiamate a pezzetti di programma in JQuery.

In questi casi avere un servizio hosting più performante o ridurre al minimo l’uso di script migliorerà questa metrica.

CLS – Cumulative Layout Shift

Cumulative Layout Shift, indica dopo quanto tempo tutti gli elementi si stabilizzano e non creano quel fastidioso effetto di errato click su un bottone poco sopra o poco sotto perché quello che si voleva cliccare si è spostato a caricamento completato.

Questa cattiva esperienza può dipendere da una cattiva gestione del caricamento dei CSS e spesso si risolve mettendo buona parte delle informazioni di stile “in linea”. Ma può dipendere anche dal caricamento di immagini o script pesanti che modificano lo spazio occupato di certi elementi.

Queste tre metriche sono state dichiaratamente indicate da Google come i principali fattori di ranking per il posizionamento sul motore di ricerca. Sono stati inseriti anche all’interno degli strumenti della “Search Console” nella sezione “Segnali Web Essenziali”.

Conclusioni

Oggi quindi la SEO necessita di un approccio multimediale, multicanale con vaste competenze nel campo tecnico del codice, del brand, della psicologia oltre che essere altamente formati nell’argomento di cui si parla.

Difficilmente si può delegare questo aspetto al 100% a un’agenzia esterna, che a oggi può solo ricoprire certi elementi tecnici operativi e offrire una visione esterna consulenziale. Deve essere l’imprenditore, come in tutte le attività di marketing a impegnarsi in prima persona, dare i giusti input e creare progettualità attorno a questo strumento con l’intento di raccoglierne i risultati.

Investire nella SEO vuol dire capitalizzare e consolidare risultati che avranno bisogno di tempo per concretizzarsi ma che possono durare anni; risultati che non sono solo diretti come visite, lead, acquisti e simili, ma anche di brand, autorevolezza e risparmio in campagne future.

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