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Gestione del Brand e della Reputazione Aziendale parte seconda: C’è chi parla bene e chi parla male di te

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Pubblicato 6 anni fa

Gestione del brand e della reputazione

Nella gestione del brand e della reputazione aziendale, per quanto non vogliamo ammetterlo, ogni persona se ne va in giro “preoccupata” di cosa gli altri pensano di lui.

Puoi leggere la prima parte di questa miniguida sulla gestione del brand e della reputazione aziendale qui

Il giudizio sociale è uno dei motori principali che muovono l’essere umano.

E non ci si deve far ingannare da pensieri new age o motti di orgoglio come “non mi interessa cosa gli altri pensano di me”, perché poco sono ancorati al mondo reale.

Se è vero che un leone non si preoccupa di cosa pensino di lui le gazzelle, le zebre o le pecore, è anche vero che ogni leone nel branco è preoccupato di cosa pensino di lui, GLI ALTRI LEONI.

E anche se è il capo branco, sa benissimo di dover rimanere comunque sempre preoccupato del pensiero degli altri leoni, perché non passa giorno che qualcuno non cerchi di capire se si è indebolito a sufficienza, o se è invecchiato o se è malato per poterlo fare fuori e prendere il suo posto.

Per quanto io possa scavare sullo stesso fenomeno sempre più in profondità, non farò altro che trovare nuovi livelli di:

  1. Resistenza allo sforzo.
  2. Paura del giudizio degli altri.

L’arte della vendita è conoscere queste due leve e sapere come usarle a nostro vantaggio.

Questo concetto si applica a qualunque acquisto. Ti assicuro anche se magari ora non ci credi, che la maggioranza assoluta e quasi totale delle persone che si precipitano a comprare il nuovo modello di iPhone quando esce, non lo fa perché gli serva o perché “lo voglia”.

O meglio, sicuramente “lo vuole” (ci mancherebbe) ma quello che, come leader ed imprenditori coraggiosi, dobbiamo sforzarci di capire è PERCHE’ lo voglia.

E tutti vogliono il nuovo iPhone per il disagio dell’opinione degli altri (almeno nel loro gruppo dei pari, ricorda il leone) che ce l’hanno se lui non lo avesse.

Gli imprenditori non sono sempre focalizzati sull’ultima diavoleria che la tua azienda propone, ma potrebbero esserlo se questa “diavoleria” fosse qualcosa che sta facendo decollare i risultati della concorrenza e che non possedere renderebbe la sua azienda obsoleta sul mercato, agli occhi dei concorrenti stessi, dei buyer, dei fornitori ecc…

Ricordati che le persone temono sempre il giudizio degli “altri” (che siano persone significative per loro). Le persone:

  • Non vogliono sentirsi messe in imbarazzo
  • Non vogliono sembrare stupide
  • Non vogliono sentirsi incompetenti
  • Non vogliono sentirsi deboli, vecchie e impotenti
  • Non vogliono che qualcuno le guardi dall’alto in basso
  • Non vogliono essere compatite, guardate con pietà, rifiutate, escluse “dal club” o non volute

Per quanto non vogliamo crederci, questo è comunque il modo nel quale il cervello umano funziona. Reagire in tutti i modi a queste situazioni di disagio.

Le persone hanno una tendenza fortissima a scappare da queste condizioni piuttosto che dall’essere ambiziose verso il miglioramento.

Padroneggiare questa disciplina e le sue leve è un vantaggio competitivo che ti farà smettere di sentirti goffo, inadeguato e non capito quando spieghi il tuo prodotto o servizio con passione ai potenziali clienti.

E soprattutto ti farà chiudere molti più contratti con maggiore facilità, continuità nel tempo e sicurezza.

Creare contenuti che partono proprio da queste considerazioni strategiche è fondamentale.

Nella mia azienda, grazie ad un team eterogeneo possiamo unire infatti gli studi di marketing, quelli di comunicazione e quelli psicologici.

Sarebbe impossibile creare un piano di web marketing operativo senza un team multidisciplinare.

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Ti auguro buon lavoro e ricorda sempre…

Sii coraggiosi, ribellati, sii libero.

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