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A cosa serve il controllo di gestione e tre ragioni per cui i piccoli imprenditori non lo considerano utile.

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Pubblicato 2 anni fa

A cosa serve il controllo di gestione? Guardando la quantità di ricerche su Google sono in molti a chiederselo.

In questo articolo cercheremo di spiegare come approcciare a questo nuovo modo di fare impresa.

Il controllo di gestione infatti è diventato sempre più accessibile anche grazie al web marketing operativo.

Le Caratteristiche delle imprese di successo

In un mondo ideale, gli elementi comuni delle imprese di successo sono:

  • la capacità di ascolto del mercato
  • il saper produrre prodotti o servizi in linea con le aspettative dei clienti
  • il saper gestire in maniera sempre più puntuale la pianificazione

Nella realtà, però, nelle micro imprese e spesso anche nelle PMI, il controllo di gestione non risulta essere particolarmente diffuso.

Spesso sono realtà familiari con uno stampo tradizionale e solo poche hanno avuto una reale evoluzione verso uno stampo manageriale.

Esistono delle resistenze abbastanza diffuse circa l’adozione di strumenti di controllo, tutte legate a un dispendio di tempo o energia.

La convinzione di sapere a cosa serve il controllo di gestione

La prima resistenza è legata alla convinzione di conoscere già tutto il necessario, capita infatti d’incontrare imprenditori o responsabili aziendali scettici sui risultati di un sistema di controllo strutturato, sono convinti che l’intuito e le loro conoscenze siano sufficienti ad amministrare con profitto la loro attività, di conseguenza inutili. Queste convinzioni potrebbero avere un fondo di verità, per alcuni imprenditori particolarmente capaci il controllo di gestione sarà a riprova di alcune sensazioni già provate.

Per altri, invece, una rappresentazione da un’altra prospettiva delle dinamiche aziendali potrebbe dare un nome a problematiche di cui se ne vedevano solo gli effetti ma di cui, allo stesso tempo, non se ne conoscevano le cause.

In questo caso, il controllo ha come obiettivo quello di confermare, supportare e dare una lettura “scientifica” dell’istinto.

La paura delle inefficienze

La seconda resistenza è legata alla paura di far emergere delle inefficienze.  Si sa che non è facile incassare una critica o accettare di aver sbagliato qualcosa, ma quello che bisogna tenere a mente è che se non si prende coscienza dell’errore (ammesso e non concesso che lo sia veramente) non si potrà mai cambiare e quindi migliorare. Bisogna ricordare che il controllo di gestione non è uno strumento punitivo ma strategico per poter valorizzare efficienza e qualità.

La resistenza al Cambiamento

Per ultimo la resistenza al cambiamento, al giorno d’oggi appare abbastanza evidente quanto questo atteggiamento sia controproducente specialmente in un contesto volatile come quello attuale. L’immobilismo organizzativo è uno dei fattori di svantaggio competitivo, la cultura d’innovazione e pianificazione porta la struttura societaria a essere più flessibile e a rispondere in maniera più tempestiva alle crisi o alle difficoltà.

La creazione di un sistema di controllo di gestione rende disponibili le informazioni utili per le decisioni di breve e di lungo periodo e costringe l’intera struttura all’autocritica, al rispetto di regole ferree di comportamento e azioni predefinite che modificano la cultura d’impresa abbandonando l’improvvisazione e lasciando spazio alla razionalità e alla strategia.

A cosa serve il controllo di Gestione e cosa serve per farlo

Purtroppo però esistono anche delle difficoltà oggettive nell’implementazione di un sistema di controllo, sicuramente la scarsa disponibilità di tempo, denaro e risorse da dedicare al progetto.

Di fronte a questi ostacoli l’implementazione di un sistema di controllo può apparire come non prioritario e si preferisce navigare a vista, ma siamo sicuri di prendere le scelte giuste o a maggior valore senza una reale base su cui fondarle?

Altra difficoltà oggettiva è invece legata alla realizzabilità pratica del progetto, bisogna ricordare che spesso alcune micro-imprese non hanno accesso corretto ai dati e quindi l’implementazione potrebbe essere lunga, onerosa, con risultati su lungo periodo e con un coinvolgimento cospicuo della forza lavoro. Proprio per superare questo ultimo ostacolo bisogna saper individuare quali siano le necessità imminenti partendo dagli obiettivi strategici aziendali e puntare a ridurre i tempi tra l’implementazione e i relativi risultati.

In conclusione, per rimanere competitivi nel contesto in cui viviamo non è possibile prescindere da una attenta pianificazione strategica e un’ottima pianificazione e controllo.

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